La psicologia del femminicidio

La psicologia del femminicidio

Categoria: In-formaMentis

04/12/2014

Salerno, ennesimo caso di femminicidio: uccide l'ex moglie a coltellate e pre-annuncia il delitto su face book.

 

Maria D'Antonio, aveva solo 34, una figlia e un matrimonio ormai alle spalle. Come tante donne dopo la separazione dal marito Cosimo, si era rifatta un'altra vita, un altro uomo.

 

Ma a Cosimo questa situazione proprio non piaceva. Apparentemente sembrava aver superato il trauma della separazione ma dentro di sé non accettava che Maria avesse un nuovo amore, e così pochi giorni fa, accecato da un odio folle e da una gelosia patologica ha ucciso a coltellate, con un'arma da caccia, l'ex moglie. L'aspetto che rende tale vicenda ancor più tragica e inquietante è il post che l'assassino avrebbe pubblicato sul proprio profilo face book: "Sei morta t****". Gli inquirenti sono cauti sull'ipotesi che sia stato proprio lui a pubblicare l'annuncio, che ha avuto oltre 300 "mi piace", prima di compiere il delitto, ma sono certi che il profilo sul quale è apparsa la scritta - che ora è stato oscurato - è proprio quello di Cosimo Pagnani. Maria rientra nell'ampia schiera di donne uccise per mano di un uomo: il proprio marito, fidanzato, ex…

 

L'ONU ha definito il femminicidio e gli abusi sulle donne come un "fenomeno endemico di proporzioni globali", capace di inquinare le relazioni quotidiane, familiari ed affettive. È sicuramente molto difficile riflettere sulle ragioni che spingono un uomo ad uccidere, in modo così crudele, una donna, spesso la madre dei propri figli, come nel caso di Maria e Cosimo. La prima reazione di fronte a fatti di cronaca di tal genere è lo sgomento, la rabbia e il rancore nei confronti di uomini in grado di commettere atti così crudeli. Solo dopo ci poniamo dal punto di vista della vittima, delle donne per molte delle quali il delitto era preannunciato. Le ricerche riportano che in Italia il 70% delle vittime di femminicidio era già nota per avere contattato le forze dell'ordine, ovvero per aver denunciato, o per aver esposto la propria situazione ai servizi sociali.

 

Un dato che ci accomuna agli altri Paesi europei: le ricerche criminologiche dimostrano che su 10 femminicidi, sette sono in media preceduti da altre forme di violenza nelle relazioni di intimità. Questo dato indica che l'uccisione della donna non è che l'atto ultimo di un continuum di violenza di carattere economico, psicologico e fisico. Si parla, infatti, di maltrattamento e stalking come precursori del femminicidio. Questo non vuol dire, in modo assoluto, che tutti i delitti di coppia siano delitti annunciati, ma che sicuramente è molto importante identificare i fattori di rischio del femminicidio e mettere a punto strategie di intervento volte a tutelare la vittima per evitare che il reo possa commettere nuovi atti lesivi o arrivare al gesto estremo, come nel caso di Cosimo e Maria.

 

Anche quest'anno, in occasione del 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si sono svolte molte iniziative ed eventi di sensibilizzazione rispetto al tema. "Doppia difesa", l'associazione fondata da Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno per offrire tutela legale e psicologica alle donne vittime di violenza, lo ha fatto attraverso la propria campagna solidale "Racconta un'altra storia" che mette in scena la storia di tre coppie. Nei racconti, «anziché mostrare lividi e lacrime, si è optato per l'ironia», dicono Hunziker e Bongiorno.

 

«Non certo per sminuire o banalizzare il problema, ma per raccontare in un altro modo il rapporto di coppia. Secondo noi la violenza va combattuta cominciando dalle piccole cose che accadono tutti i giorni... Soprattutto, ci piaceva l'idea di mostrare al pubblico, invece di un esempio maschile negativo da stigmatizzare - l'uomo violento e sopraffattore - un modello positivo con il quale identificarsi e al quale tendere: un uomo capace di riconoscere i propri errori, dotato di senso dell'umorismo, capace di sdrammatizzare e di superare, o di evitare, i contrasti con buona volontà e leggerezza».

 

«Il concetto di fondo», concludono, «è sempre lo stesso: uomini e donne sono diversi ma uguali quando si parla di dignità, rispetto, diritti e doveri».
Se non avete avuto l'occasione di vedere tale spot in tv, ve lo riproponiamo noi
GUARDA

(Fonte foto: Rete Internet)

 

IN-FORMAMENTIS

 

 

Autore: Ester Miranda

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