La paura di invecchiare

È un periodo in cui nel nostro Paese fortemente irrompe il tema della “Bellezza”: dal film di Sorrentino che vince il Golden Globe come miglior film straniero, alla 64esima edizione di Sanremo in cui il tema principale sembra proprio essere questo (al di là di critiche e giudizi più o meno ammissibili).

Trionfa la Bellezza, come un contagio sociale e naturale in una tv che è sempre portatrice di grandi temi e di più o meno profonde riflessioni. E in queste serate di Festival ne sono state dette tante sulla bellezza, dalla poesia a due voci di Fazio e della Littizzetto che passano dal dichiarare quanto bello sia “entrare in un posto caldo quando fuori si gela” al bello di sentirsi dire “mi piaci anche se hai la cellulite”, per passare alle riflessioni di Gramellini che dice “tutti possiamo creare bellezza, ce ne siamo solo dimenticati”; per chiudere col monologo della Littizzetto, ironico quanto pungente quando afferma: ”per le donne ultimamente la bellezza sta diventando una ossessione: ci facciamo segare, piallare, pur di non perdere colpi. Alcune più invecchiano e più ringiovaniscono. A 50 anni certe sembrano veline di Striscia, ma com’è possibile? Poi le guardi bene ed è come girare un gilet di pelle, che si vedono tutte le cuciture!”

La bellezza è un concetto tanto astratto quanto arbitrario e restringendo un po’ la sua universale sostanza ad una più di mia pertinenza mi sento di affermare quanto ormai oggi sia di fondamentale importanza rincorrere un modello, non dico di perfezione, ma quantomeno di accettazione migliore di se stessi. Per essere accettati poi da chi? Da noi stessi o principalmente dagli altri? La risposta a queste domande la lascio alla fantasia o alla razionalità di ciascuno. Fatto sta che, al di là di mille giri di parole, la bellezza non rimane solo un concetto relativo ai grandi filosofi antichi, ma ben si presta a diventare una “regola” da seguire per piacersi e piacere. Fino ad essere rincorsa frequentemente ed ossessivamente per non “invecchiare”.

La paura di invecchiare, si sa, è insita nel genere umano, fisiologicamente proiettato a seguire pratiche e rituali con lo scopo di fermare il tempo. E così, ad una certa età, nasce il bisogno di iscriversi in palestra, di acquistare una moto o un’auto sportiva, di cambiare colore e taglio dei capelli, di comprare creme “anti-age” con garanzie miracolose, di ricorrere a bisturi e di ricercare tutte quelle strategie che permettano di rimanere giovani nonostante le candeline spente.

Esiste poi una vera e propria fobia di invecchiare che in psicologia è chiamata “gerascofobia”. Si tratta di una paura persistente, anormale e ingiustificata che si trascina dietro un sentimento costante di infelicità. Si teme il futuro, non si riesce a tollerare l’idea di dover far fronte alla perdita della bellezza, della giovinezza, del potere, della seduzione e della ricchezza; e tutto ciò rappresenta una fonte di angoscia e di sofferenza. Le persone che percepiscono la vecchiaia come una fase da evitare tendono ad ignorare gli aspetti positivi di questo passaggio e a focalizzarsi su quelli negativi. 

La gerascofobia non si presenta in qualsiasi soggetto, ma ha a che fare con l'evoluzione della persona che ne soffre, con la sua storia di vita. I fattori direttamente associati a questo disordine sono: l'esistenza di altre fobie, timori o ansie, la mancanza di realizzazione personale o di adempimento degli obiettivi di vita e le circostanze socio-economiche. Le persone che manifestano questo disturbo sono contraddistinte da tratti di personalità ansiosi, isterici o narcisisti e spesso danno una eccessiva enfasi ai beni materiali. Sentono l’ansia di essere lasciati soli in vecchiaia, senza risorse e incapaci di prendersi cura di se stessi e di dover fare affidamento su altri per svolgere le normali funzioni quotidiane, oltre a temere di perdere un ruolo attivo nella società (cfr. Dott.ssa Rita Manzo, psicoterapeuta).

Ma questo è l’aspetto più estremo e patologico di una paura che, invece, interessa un po’ tutti, con diversa frequenza e con diversa incidenza. Mai pensiamo, paradossalmente, che se stiamo invecchiano vuol dire che stiamo vivendo più a lungo. In fondo, lo specchio non è altro che una superficie liscia e riflettente che non può rimandarci l’autenticità della nostra psiche. Quella possiamo scoprirla diversamente. Perché si può imparare ad accettare con estrema serenità lo scorrere del tempo.

Dott.ssa Florinda Bruccoleri
Psicologa, Psicoterapeuta analista transazionale,
Psicooncologa ed esperta in psicologia forense.
Sito web: www.florindabruccoleri.it

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