“Passata è la tempesta, odo augelli far festa”. Persino Leopardi, a volte, riusciva ad attutire il suo pessimismo cosmico proiettandosi all’immediato futuro, pensando all’avvenire come al tempo del riscatto e della rinascita. Senza lampi e senza tuoni, la tempesta ha devastato il “Massimino” mercoledì scorso durante quei 45 minuti di follia contro il Napoli. Una pioggia di “perché” si è abbattuta sui tifosi
Le condizioni meteo avverse proseguivano inesorabili a inondare e corrodere i cuori rossazzurri ciononostante ancora pulsanti ma l’elettroencefalogramma, se non era piatto, conosceva solo rarissimi picchi. Il contentino della ripresa è sembrato una sorta di ombrellino tascabile, che al primo soffio di vento si sbrandella
Calcolatrice, block notes, biro: “Allora se vince questa, pareggia l’altra, perde quell’altra ma vince in casa…Insomma ancora è possibile salvarsi”. E poi somme improbabili, asticella della salvezza che vorremmo fosse a 19 punti quest’anno, dato che si è abbassata, e calcoli aritmetici che vorrebbero dimostrare il teorema dell’assurdo, secondo cui la matematica, udite udite, è un’opinione. Lo sappiamo bene: non siamo matematicamente retrocessi, siamo in serie A e potremmo esserlo, male che vada, almeno per un altro mese e mezzo. A condannarci, fino ad oggi, è la matematica della psicologia, scienza forse inesatta perché mescola logica e inconscio, numeri e processi cognitivi, ma tremendamente veritiera.
Le nubi si sono acquietate, ora ci attende il monday-night di Udine. Di domenica in domenica, di sabato in lunedì, siamo costretti ad aspettare buone notizie dagli altri campi e, nel contempo, ad emulare e superare Cristoforo Colombo. Già, perché per raggiungere l’insperata salvezza il Catania dovrebbe scoprire l’America. Scoprire di avere ancora risorse inesplorate in fondo all’anima, voglia di vincere innata, grinta da vendere, agonismo da sbandierare con orgoglio e una fame tale da saziarsi solo cibandosi di salvezza, masticando voracemente un obiettivo sognato da tempo. Scoprire di avere in corpo tali qualità rappresenterebbe una scoperta incredibile alla luce delle ultime prestazioni.
Quindi spegniamo la calcolatrice e riponiamo biro e block notes nel cassetto. Per la scoperta dell’America non possiamo avvalerci della Nina della Pinta e della Santa Maria, sarebbe sufficiente che il trio d’attacco, Barrientos – Bergessio – Keko, si accorgesse che all’orizzonte c’è una terraferma, un porto sicuro, la serie A. Scopritela, scopritevi.