I bambini attendono con ansia e trepidazione che Babbo Natale arrivi nelle loro case condotto da magiche renne per recapitare quel regalo che ha colorato i loro sogni recenti, che ha alimentato i loro desideri e che è stato già da tempo scritto nella letterina diretta a Santa Claus. E solo guardando loro potremmo scorgere ciò che invece noi grandi facciamo raramente: attribuire al regalo e al classico dono di natale quel valore fondamentale che possa permetterci di gioire e rallegrarci.
Così anche quest’anno la domanda in vetta alle nostra lista di cose più urgenti da fare è: cosa compro per Natale? Quasi come un rito che si ripete e che a volte anche ci stanca e ci stressa. Ben presto questa domanda viene sostituita dal solo pensiero di lunghe code interminabili alle casse di qualsiasi negozio, folla e confusione nei centri delle nostre città e grande timore di non trovare prima possibile il regalo che stiamo cercando.
E così sembriamo quasi cedere allo shopping natalizio e non consideriamo quasi mai (o se lo facciamo solo superficialmente) di quanto fare regali faccia invece bene alla salute perché statisticamente fa sentire meglio. Certo, forse la stragrande maggioranza di noi si accalca tra vetrine e fiocchetti a volte per obbligo, a volte per tradizione e così facendo ci perdiamo purtroppo la magia dello scambio e l’effetto terapeutico del dono. Pensare a chi lo riceverà, girare con anticipo per i negozi, scegliere con cura il dono pare che serva proprio a vincere lo stress da acquisti.
Allora, esistono dei criteri per scegliere il “regalo giusto”? Innanzitutto la scelta va fatta in base al significato che vogliamo comunicare (affetto, utilità, complicità) anche se sappiamo tutti che in genere gli oggetti che scegliamo sono il risultato di quanto noi pensiamo piaccia a chi lo riceve. E così va a finire che nel regalo mettiamo sempre qualcosa di noi.
Ma attenzione, sarebbe bene chiedersi sempre prima: è quello che vorrei io? Perché se la risposta a questa domanda è affermativa bisognerebbe fermarsi. Regalare quello che ci piace e che desidereremmo ricevere noi è un processo psicologico comune, ma volte inopportuno perché in fondo soddisfa i nostri bisogni e i nostri desideri. Quindi sarebbe più opportuno pensare al destinatario, ai suoi gusti, alle sue abitudini, al suo carattere, etc., o comunque accettare dei consigli da chi conosce meglio il destinatario.
Inoltre, stabilire una cifra può essere molto utile per fare una selezione a priori che ci possa poi aiutare ad orientarci meglio nella scelta. E per ultimo, ma non per importanza, scrivere un bel biglietto di auguri, perché a volte anche un regalo poco gradito acquista il suo fascino se accompagnato da parole che possano diventare un’occasione per rinsaldare e confermare un rapporto affettivo con la persona che diventa il suo destinatario.
Forse avrete già scelto i vostri regali da donare o da donarvi, forse questi “consigli” arrivano in un momento in cui ormai siete sicuri (forse) di cosa mettere sotto il vostro albero e qualcuno ancora impersonificherà e confermerà la classica veste del ritardatario cercando il regalo dell’ultimo minuto.
Ad ogni modo credo che l’importanza di un regalo vada al di là dell’esclusivo periodo natalizio e ad ogni modo Natale verrà anche l’anno prossimo. E poi, si sa, il gusto di aprire qualsivoglia regalo, scartare quel pacco colorato e spesso misterioso si trasforma in un gioco senza età. Avete mai provato ad osservarvi in questa scena?
Buono shopping Natalizio, cari lettori. Che possiate trovare il regalo più bello non solo sotto l’albero ma dentro i vostri cuori.
Dott.ssa Florinda Bruccoleri
Psicologa, Psicoterapeuta analista transazionale,
Psicooncologa ed esperta in psicologia forense.
Sito web: www.florindabruccoleri.it