I modi per affrontare la fine di una relazione sono diversi. C'è chi con poca sofferenza riesce a lasciarsi alle spalle l'accaduto, impegnandosi in un nuovo rapporto e chi invece continua a tormentarsi, terrorizzato di ripetere nuovamente l'esperienza del rifiuto.
Carol Dweck, professoressa di Psicologia alla Stanford University ha analizzato i motivi per i quali alcuni fanno meno fatica di altri a lasciarsi alle spalle i passati amori.
Per portare avanti il suo studio la Dweck, racconta The Atlantic, ha chiesto alle persone esaminate di riflettere sui motivi che hanno portato alla rottura. Nella maggior parte dei casi in cui le persone si mostravano maggiormente demoralizzate la causa era da addebitarsi al fatto che gli ex partner avevano scoperto qualcosa su di loro che non potevano accettare.
“Ero troppo appiccicosa e questo potrebbe averlo spaventato e portato via”, “Sono molto sensibile e tendo a tenere distante la gente per evitare che possa ferirmi. Le persone che vogliono starmi accanto tendono a impazzire”: queste sono solo alcune delle risposte nelle quali si è imbattuta la psicologa, di gente convinta che la propria personalità “tossica” tenda a contaminare le relazioni con l’altro.
Con la fine di una relazione è facile attribuire a se stessi la colpa e cadere nella trappola dell’auto-umiliazione. Come spiegato in una precedente ricerca dello psicologo Arthur Aron tendiamo a ricordare l'ex partner come una persona romantica, come una parte di noi stessi. Idealizziamo il suo ricordo e ciò che rimane di noi, senza più l'altro accanto, non ci piace più.
Ed è proprio quando il rifiuto è legato al concetto che si ha di sé che le persone tendono ad avere maggiore paura, convincendosi che un difetto impedisca a un'altra persona di amarla. Il rifiuto genera dunque una visione pessimistica delle relazioni, permeando di scetticismo il concetto di fiducia e amore.
Le rotture più sane sono quelle invece in cui il rifiuto non viene legato a un aspetto caratteriale, ma si attribuisce al destino. In questo caso, pur avendo un concetto positivo di sé e dell'ex partner, si giunge alla conclusione che i caratteri non erano conciliabili, accettando infine che non si ha potere sui pensieri e le azioni degli altri e bisogna imparare a perdonare.
In conclusione il modo in cui ricordiamo una relazione e raccontiamo a noi stessi il motivo per i quali si è conclusa determinano la possibilità di sopravvivere alla sua fine. Positività e ottimismo restano le parole chiave per superare il trauma. Bisogna analizzare i fattori che hanno determinato la rottura, senza attribuirsene tutti i meriti e senza perdere la speranza che qualcun altro possa amarvi così come siete.
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