Internet, tv e videogiochi: un pericolo per i nostri giovani

Ipermediatici, iperconnessi, multitasking, disinteressati e anche un po' somari: ecco come sono risultate le nuove generazioni, i cosiddetti "nativi digitali" fotografati dall'indagine "La Dieta Mediatica dei nostri figli" curata dal professor Tonino Cantelmi, di Psicologia dello sviluppo e dell'educazione (Lumsa, Roma). L'indagine, svolta nelle scuole elementari, medie e superiori, ha analizzato il rapporto che i giovani hanno con queste otto categorie di intrattenimento: televisione, computer e internet, telefonino, cinema, videogiochi, radio, riviste e quotidiani, libri.

I risultati sono a tratti allarmanti e delineano un quadro spaventoso in cui i figli vengono cresciuti nella quasi totale assenza di disciplinati orari di fruizione di mezzi potenzialmente dannosi per la loro salute psico-fisica nonche' mentale. Infatti il 52% degli intervistati ha affermato di dedicare alla Tv fino a due ore al giorno, con una media di 1 minore su 5 che arriva a stare incollato allo schermo televisivo fino a 5 ore; il 38% del campione passa da 1 a 3 ore al computer, quasi sempre connesso ad internet, ma solo
1 ragazzo su 10 lo fa per studiare, gli altri 9 si dedicano ad aspetti ricreativi come chattare, ascoltare musica, guardare immagini e, qualche volta, compiere attivita' illecite come scaricare film e musica.

Restando nella macroarea di Internet, si nota come questo sia diventato il luogo privilegiato per la vita relazionale, tanto che il 24% del campione analizzata lo utilizza soprattutto per chattare; tuttavia pero' solo 1 su 5 ha incontrato dal vivo le persone che ha conosciuto on line e il 13% dei ragazzi tra i 14 e i 20 anni non ha paura di scambiare il proprio numero di cellulare durante una conversazione in chat. Una volta per conoscere un potenziale partner ed intraprendere una relazione sentimentale piu' o meno seria, si usava uscire di casa, incontrarsi nei bar oppure nei locali per poi conoscersi faccia a faccia: oggi tutto questo non esiste piu'. Un adolescente su 5 dichiara di aver "sempre" o "spesso" cominciato una relazione tramite Internet, dopo aver inserito in uno sterile ed apatico motore di ricerca i dati preferenziali ed aver atteso le proposte di possibili partner compatibili. D'altra parte con la grande proliferazione di social network di cui la rete e' stra colma, diventa quasi impossibile non conoscere nuove persone tanto piu' che 6 adolescenti su 10 ammettono di essere iscritti a piu' social contemporaneamente, nello specifico il 96% del campione predilige

Facebook.Inoltre e' l'utilizzo che i giovani fanno di queste risorse il vero problema: quasi il 60% dei ragazzi non ha problema nel dichiarare di essersi divertito nel ricevere o inviare foto o video "hot" (pratica definita "sexting", dall'inglese "sex" - sesso - e "texting" - invio di messaggi virtuali), mentre 6 adolescenti su 10, appartenenti alla classe d'eta' 14-20, regolarmente fa del cyberbullismo.

Passando alla sezione dei videogiochi, si e' scoperto come 1 minore su 5 sia dedito a questo passatempo da 1 a 3 ore al giorno e ben il 57% del campione venga influenzato dagli atteggiamenti del giocatore che sta impersonando. In quest'ottica e' ipotizzabile che giochi particolarmente violenti possano implicare conseguenze negative per i ragazzi che ne fanno regolare uso: nello specifico e' preoccupante il fatto che nella classe di eta' 6-10 piu' della meta' (il 56%) si elevato il grado di identificazione con il proprio avatar.

La ricerca mette in luce anche un aspetto che sottolinea l'emergenza educativa, infatti il 40% dei ragazzi di eta' superiore ai 14

anni non ha mai avuto limiti di orario da parte dei propri genitori rispetto all'utilizzo dei videogiochi, del computer o della televisione: quasi il 40% del campione e' libero di navigare senza restrizioni e 1 su 4 non ha alcun limite di orario in cui guardare la TV. Tutto questo facilita la possibilita' dei ragazzi di visionare materiale non adatto alla loro eta': il 25% infatti visiona spesso film non adatti ai minori, il 27% ha visitato, almeno una volta, pagine web con contenuti non idonei e il 22% ha videogiocato con giochi sconsigliati per la loro eta'. Un utilizzo non responsabile e soprattutto non mediato dagli adulti delle nuove tecnologia dunque potrebbe condurre i ragazzi a condizioni psicopatologiche o a situazioni di isolamento sociale: il 21% degli intervistati ha risposto che preferisce guardare la televisione piuttosto che uscire e il 5% del campione risponde di preferire Internet piuttosto che vedersi con gli amici.

Chiara Mazzetti

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