INGEGNERE? MEGLIO TRIVELLATORE
23/08/2012 |
Focus |
The Media House
Ingegnere aereospaziale con Master in aeromobili a decollo verticale? «No, grazie». Psicologo con Master avanzato in Criminologia e Psicologia Forense? «Le faremo sapere. Ad oggi cerchiamo un valigiaio». Insomma si sente parlare sempre più spesso di crisi e di mancanza di lavoro, ma in realtà il talent shortage, cioè la mancanza di talenti, viene strillata a gran voce da più di una agenzia di ricerca sul lavoro, come la Menpowergroup, società leader nella così detta “innovative workforce solutions”.
Anche il quotidiano La Stampa, citando la ricerca della fondazione Hume che a sua volta si basa sui dati Istat raccolti dal sistema Excelsior Unicamere parla chiarissimo: ai primi tre posti tra le categorie dei lavoratori più ricercati non sono ingegneri, medici o avvocati, ma esperti di trivellazione di pozzi petroliferi, ottici e fisioterapisti.
Vi ricordate le elementari? Vi ricordate la vostra maestra o, se siete più giovani, le vostre maestre cosa vi dicevano da mane a sera? «Studia, studia bene o nella vita non troverai mai un lavoro». Ci abbiamo creduto quasi tutti e ora una schiera di laureati e disoccupati affolla i divani di casa di mamma e papà, colpevoli tanto quanto la maestra di averci riempito i neuroni con sogni di lavoro facile una volta raggiunto il famoso “pezzo di carta”. Pare che ci sia stata un’inversione di tendenza rispetto a quanto accadeva trent’anni fa, quando essere laureato significava – senza ombra di dubbio – avere assicurato un lavoro. Inversione di tendenza alla quale i giovani non riescono ad adeguarsi. Insomma, un tempo un curriculum che non vantasse il nome di un ateneo non veniva praticamente preso in considerazione, oggi invece sembrerebbe essere un motivo per sentirsi dire il famoso: «Le faremo sapere».
In effetti, dati alla mano, a livello mondiale, sono più richiesti carpentieri specializzati (19,6%) e camerieri (19,7%) piuttosto che ingegneri meccanici (18,5%). Anche ottici (59,1%), addetti alla pavimentazione (26,7%) e meccanici (21,8%) sono richiesti e difficili da trovare. Basti pensare che il tempo medio di ricerca previsto per trovare un ottico è di tre mesi e mezzo, per un addetto alla pavimentazione un mese e mezzo. Ma a chi dare la colpa di questo scollamento tra richiesta e offerta? I primi indiziati sembrano proprio le maestre di cui sopra, che hanno convinto schiere e schiere di bimbi che iscriversi ad ingegneria avrebbe dato loro più possibilità che non andare a fare i muratori e accumulare esperienza. Eppure, ragazzi che si lamentano che in Italia e nel mondo il lavoro manca se ne trovano ad ogni piè sospinto.
Insomma, «formazione e mondo del lavoro dovrebbero parlarsi di più», sostiene Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, aggiungendo inoltre: «La trappola in cui molti giovani cadono si apre subito dopo la conclusione del ciclo scolastico».
«Guarda me!», disse il Gatto (a Pinocchio ndr). ««Per la passione sciocca di studiare ho perduto la vista di tutti e due gli occhi». E ti credo che ora gli ottici sono i lavoratori più ricercati!
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