Non solo i pesci sanno ''contare'', ma contano in maniera simile all'uomo. Un team di ricercatori dell' Universita' di Padova e della University college of London ha dimostrato come una discriminazione numerica possa avvenire anche in animali - come e' il caso dei pesci, esemplari giovani e adulti di Pecilia Reticulata - con circuiti neurali relativamente semplici.
Lo studio e' stato pubblicato nella rivista PloS One, condotto per Padova dal dottor Christian Agrillo del Dipartimento di Psicologia Generale, e ha dimostrato come la capacita' di estrarre l'informazione numerica da una scena sia piu' semplice sul piano cognitivo di quanto ritenuto in passato.
Questo processo mentale - secondo i ricercatori - potrebbe aver avuto origine 450 milioni di anni fa, dimostrando cosi' che le capacita' numeriche umane non hanno avuto una comparsa recente nel corso dell'evoluzione ma hanno radici piu' antiche, retrodatabili sino alla separazione tra pesci e vertebrati terrestri.
''In questo studio abbiamo sottoposto a test entrambe le specie con gli stessi confronti numerici - spiega Agrillo -. Abbiamo cioe' presentato a pesci e umani gli stessi rapporti numerici per piccoli (numeri da 1 a 4) e grandi numeri (maggiori di 4), per verificare se si osservano gli stessi meccanismi anche nei pesci, distinguendo quale insieme tra quelli proposti fosse piu' numeroso.
I risultati - spiega - hanno documentato come, al di la' di ovvie differenze complessive (con gli umani piu' accurati in ogni rapporto numerico), l'andamento delle prestazioni e' sorprendentemente simile tra le due specie. I pesci, come gli umani, mostrano di possedere un meccanismo accurato fino a 4 unita'.
Segue un andamento simile tra le due specie anche la prestazione per grandi numerosita': uomini e pesci sono piu' accurati nel distinguere 6 da 24 piuttosto che 6 da 12 o 6 da 8, secondo una celebre legge psicofisica che prende il nome di 'legge di Weber'''.
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