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Senato Accademico Uniba, nominati Peconio e Labianca
Il Senato Accademico Uniba ha due nuovi rappresentanti degli studenti, oggi ne conosciamo uno: Guendalina Peconio
Guendalina Peconio, neo eletta Senatrice Accademica dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro ha incontrato i microfoni e la penna di Bari.Zon e ha risposto alle curiosità della redazione.
Chi è Guendalina Peconio?
“..Domanda non di facile esplicazione che proverò a sintetizzare con poche parole: sono una studentessa di 24 anni che frequenta Psicologia Clinica nel dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione. Questa candidatura non nasce sicuramente dal nulla: sono da sempre interessata all’attivismo studentesco e cittadino in tutte le sue forme. Sono, infatti, fermamente convinta che in ogni istituzione che viviamo, universitaria o territoriale che sia, bisogni sempre dare il proprio contributo e cercare di lasciare un segno positivo magari lasciando “il posto migliore di come lo abbiamo trovato..” proprio come professa l’ideologia scout che sposo e manifesto.”
Guendalina Peconio è stata Consigliere del Dipartimento ForPsiCom, del suo corso di laurea e del Consiglio degli Studenti dal 2012 ad oggi, dallo scorso anno, inoltre, è membro del Presidio di Qualità di Ateneo e fa parte della Comunità Capi del gruppo scout Triggiano 1 del suo paese di origine.
Sin da piccola Guendalina Peconio si è mostrata interessata ed attenta alle dinamiche di rappresentanza, cominciando proprio dal ricoprire le cariche inerenti di rappresentante di classe prima e di istituto poi, nel suo liceo: il Liceo scientifico Cartesio di Triggiano.
Come vedi il rapporto fra Università e la tua terra?
“Sicuramente una fonte motivatrice di questo percorso è stato, sin da subito, il mio territorio ossia Triggiano. Da quando sono una rappresentante degli studenti all’Uniba non ho potuto non notare l’altissima presenza di giovani personalità triggianesi nell’attivismo studentesco, difatti mi piace spesso dire che “Triggiano ci spinge a crescere a pane ed associazionismo”. Se mi si chiede la motivazione reale sottostante questa situazione però, io non so dare proprio una risposta, sarà che vedo il mio paese davvero come uno dei paesi-culla dei futuri professionisti del domani. E come buon paese-culla di personalità attive ed impegnate è importante, a mio parere, creare un ponte concreto di consapevolezza ed orientamento fra università e territorio. Sarà, per questo, mia premura spingere affinché si inneschi, in tal senso, un canale vivo ed attivo al fine di ottimizzare gli sforzi e le idee dei giovani universitari che credono nel loro territorio e maturano un positivo attaccamento ad esso, contribuendo al suo sviluppo e non alla “fuga di cervelli” che tanto ci demotiva.”
Cosa ti aspetti da questa esperienza?
“Da questa esperienza mi aspetto tanto lavoro ma sicuramente anche tanta tanta crescita. Il trucco per rendere concreto e costruttivo qualcosa che si fa, è metterci dentro tutto se stesso con forza e determinazione e queste due caratteristiche credo di averle maturate col tempo, insieme a pazienza e tenacia. Quello che vedo intorno a me è un grandissimo foglio bianco: dietro di me c’è una parte già scritta, in maniera egregia da chi mi ha preceduto, ma dinanzi vedo un bianco candido che aspetta una penna impugnata da me per essere scritto. E’ così che mi aspetto questa esperienza: come uno scritto su un foglio che attende di essere inchiostrato ed una rilettura fatta insieme ed ad alta voce, mai in silenzio, per condividere un canale comune e crescere insieme come individui prima e come istituzione poi.
Le prime tre cose che cambieresti nel tuo Ateneo per migliorarlo?
“Non parlerei di migliorie, perché da un paio di anni siamo sulla buona strada, quanto di innovazioni e potenziamento. Siamo sicuramente figli della storia, e grazie alla memoria storica impariamo e ci formiamo ma è arrivato il momento di guardare avanti ed ancora più oltre. Siamo in un periodo di magrezza culturale – oltre che economica – quindi fondamentale il ruolo dell’istituzione universitaria: culla culturale per eccellenza.
Di per certo fra le prime cose che mi viene in mente è aprire un canale concreto sul fronte internazionalizzazione (su cui già un lavoro è stato aperto)e del job placement e quindi su tutto il post lauream che ci attende, un incremento di fluidità logistica e spazi ed infine incrementare il rapporto con le istituzioni locali giungendo ad una concretizzazione di una “Bari città universitaria” più attenta ai bisogni e alle esigenze dei giovani che la animano.”
Ti senti di dare un consiglio ai tuoi colleghi?
“Crederci. E’ questa la parola che incorpora al suo interno il senso di ciò che ognuno di noi sta facendo o sta pianificando di fare. E’ necessario credere in sé, nelle proprie potenzialità, nelle proprie sensazioni viscerali e soprattutto bisogna credere in quello che si ha attorno a sé: nelle proprie istituzioni e nel proprio territorio perché è necessario comprendere che ciò che ci circonda non è solo il contorno ma è anche il contenuto e noi non siamo altro che quel contenuto.“
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