"Quello omosessuale è l'amore più puro, al contrario di quello eterosessuale, strumentale alla riproduzione"
Umberto Veronesi
Anticamente i matrimoni venivano "combinati" per denaro, per dinamiche di potere e per salvare le dinastie.
Oggi, a quanto pare, esistono dei "matrimoni combinati copri-omosessualità", aventi l'obiettivo di mistificare il partner omosessuale e di farlo apparire, per il sociale, etero e quindi "normale" ed adeguato.
Ci ha pensato un 23enne cinese omosessuale, lanciando il 5 gennaio un’applicazione che ha già registrato un boom di iscrizioni.
L'applicazione si chiama "Queers", cioè "finocchio" e consente ai ragazzi omosessuali, uomini e donne, di trovare un "partner di facciata" con cui metter su famiglia sull’orlo della normalità al fine di poter vivere la propria vita sessuale - quella vera- con maggiore serenità e senza l'ansia di essere scoperti.
Il vero "scandalo" - a mio avviso - è dato dall'accettazione da parte della comunitàLGBT cinese, che ha accolto con entusiasmo questa App, considerandola perfino utile.
Si inserisce il numero di telefono, la foto, i dati personali ed il gioco è fatto: gli iscritti si incontreranno in una dimensione di "falsi incontri pro/fede al dito".
L’omosessualità, soprattutto in Cina, fino a poco tempo fa era considerata reato ed indice di malattia mentale ed anche oggi, purtroppo, non gode di una buona reputazione sociale.
Per raggirare l'ostacolo del caming out, lo strategico cinese, ha ben pensato di adoperare l'applicazione per salvare l'aspetto sociale; in pochi giorni dal lancio sul mercato si stimano ben diecimila iscrizioni.
I suoi fruitori sono destinati a crescere in modo esponenziale: la popolazione cinese supera il miliardo e trecentocinquanta milioni e – secondo uno studio citato proprio dal quotidiano d’Oriente – ci potrebbero essere circa 16 milioni di donne che sono sposate inconsapevolmente con un marito gay.
Qualche riflessione
Sappiamo bene che l'omosessualità non è una malattia e che non necessita di alcuna cura.
L'omosessualità, negli anni, è stata progressivamente depatologizzata, decriminalizzata e totalmente assolta.
Nel caso di un'omosessualità ego-distonica, quindi in conflitto con l'io, diventa indispensabile un supporto psicologico al fine di una più serena accettazione dell'omosessualità.
Il dovere di ogni psicologo/psicoterapeuta è quello di aiutare i propri pazienti ad accettarsi ed a comprendere le ragioni della difficoltàdi accettazione, con l'obbiettivo di aiutarli a recuperare in qualità di vita e d'amore.
Oggi le più importanti associazioni scientifiche come l’APA e l’OMS definiscono l’omosessualitàuna “variante naturale del comportamento umano”, raccomandando l’abolizione di qualsivoglia tentativo di modificare l’orientamento sessuale di un individuo.
Ogni possibile terapia di “conversione” o “riparazione” dell’omosessualità, è vietata e priva di validitàscientifica.
Il nostro Codice Deontologico ribadisce inoltre, come lo psicologo debba lavorare per promuovere "benessere psicologico" dei pazienti, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori, soprattutto quando si trattano tematiche così delicate e complesse come la sessualità.
- Una app di questo genere aiuta gli omosessuali o li ghettizza?
- Li candida veramente alla "serenità sociale"? O li candida all'infelicità coniugale?
- Un sociale da coniugati ed un privato da separati, è la strada verso la nevrosi o verso il falso se e l'infelicità cronica?
- Quanto può resistere una coppia, se di coppia si può parlare, se si sono scelti sulla base della finzione e del compromesso?
- Una coppia scevra dalla vita sessuale, per quanto tempo rimarrà coppia?
Credo che l'immissione sul mercato - e soprattutto il suo successo - di un'app come questa possa incentivare il pregiudizio anti-omosessuale, screditando uomini e donne gay.
Il matrimonio combinato, obbligato e "riparatore" credo sia lesivo della libertà del singolo e possa soprattutto danneggiare la sua salute mentale, portandolo a vivere una schizofrenogena scissione tra intimità/sessualità e sociale.
Una soluzione anti-accettazione, a mio avviso, può promuovere e rinforzare sentimenti negativi di colpa, disistima e vergogna che già molti omosessuali hanno sperimentato sulla loro pelle, alimentando l’omofobia interiorizzata.