10 nov 2013
Un team di ricerca dell'università di Westminster (Londra), guidato dalla psicologa Viren Swami, ha condotto uno studio bizzarro su un campione di 414 persone (219 donne e 195 uomini): ognuna è stata sottoposta all'ascolto di 10 brani di heavy metal contemporaneo; per ogni canzone era necessario esprimere un giudizio utilizzando una scala graduata che andava da "non mi piace assolutamente" a "mi piace tantissimo".
In seconda battuta tutti gli intervistati hanno dovuto riempire un questionario che evidenziava i cosiddetti "big five" (ossia i cinque tratti peculiari delle personalità, secondo la teoria dello psicologo McCrae), oltre a rispondere a domande che ne evidenziavano l'atteggiamento verso l'autorità, l'autostima, il desiderio di unicità e la religiosità.
Secondo i dati raccolti analizzando questo campione di popolazione, il team della dottoressa Swami ha dedotto che tendenzialmente i metallari - rispetto ai fan di altri generi di musica - avrebbero una maggiore tendenza a fare nuove esperienze, un atteggiamento più negativo verso le autorità, un'autostima più bassa, un maggior desiderio di non conformarsi e un più basso quoziente di religiosità. Insomma, niente di nuovo sul fronte occidentale - per parafrasare il famoso titolo di Erich Maria Remarque. Ad ogni modo, se vi interessasse leggere il documento ufficiale che relaziona lo studio e i dati raccolti, è disponibile (a pagamento), presso il sito della American Psychological Association.