Una donna determinata, nel lavoro e nella vita. L’Università, la laurea in Psicologia, la specializzazione, quindi il tuffo nel mondo del lavoro, con uno studio avviato nel cuore di Conegliano. Finché qualcosa si è inceppato. Un dolore sordo e cieco, con cui Jessica Armellin non riusciva e non voleva più convivere. Quel dolore, nella notte tra sabato e domenica, ha vinto. Jessica era a casa con papà. Ha scovato la pistola che custodiva bene al sicuro, e si è sparata un colpo. Un rumore sordo che ha cancellato tutto e che ha gettato in quel dolore che toglie il fiato la sua famiglia e i suoi amici.
Il dramma si è consumato in via Asiago, dove la giovane donna viveva con il padre. A trovare il corpo della trentaseienne, ieri mattina, è stato proprio papà Ezio, titolare di un salottificio conosciutissimo in tutta la zona e anche all’estero. Pare che da tempo la psicologa soffrisse di crisi depressive. Jessica ha aspettato che il genitore andasse a letto e, dopo aver trovato l’arma che il sessantacinquenne aveva nascosto, si è sparata un colpo alla gola. A trovarla, ieri mattina, è stato proprio lui.
La notizia di quella morte, tanto inaspettata quanto assurda, in poche ora ha fatto il giro della città. E già da ieri pomeriggio fuori dal suo studio in via Mercatelli, in centro storico – dove ascoltava gli sfoghi dei suoi pazienti e dava loro consigli su come uscire dal tunnel della disperazione – è iniziato il mesto via vai di amici e conoscenti.
Invece nella casa di via Asiago il papà – che da diversi anni è separato dalla moglie Marisa socia in affari – si è barricato dietro al suo lutto straziante. «Non è il momento, voglio stare da solo», ha detto al citofono, mentre i parenti più stretti, dal giardino, tentavano di proteggere la famiglia da quella sofferenza inspiegabile.
La professionista non ha lasciato nessun messaggio di addio per spiegare la sua decisione. Dietro forse si nasconderebbe un periodo difficile, fatto di depressione che forse non le ha lasciato scampo.
Jessica Armellin si era laureata in Psicologia a Padova, ottenendo la specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale al centro Eidos di Treviso. Dopo l’iscrizione all’albo degli Psicologi del Veneto, nel 2007, aveva iniziato a esercitare la professione anche privatamente. La professionista era figlia unica e aveva vissuto in prima persona il dramma della separazione dei suoi genitori. Anche quell’esperienza l’aveva forse spinta ad intraprendere gli studi in psicologia. Il suo interesse infatti era rivolto alle coppie in crisi e ai problemi che i figli incontrano nel momento in cui i genitori si separano.
Oltre alla passione per la psicologia, aveva conseguito anche la laurea in Assistenza sanitaria. Nel periodo di formazione aveva frequentato il Sert di Oderzo e Treviso e il centro di salute mentale di Villorba.