Sabato, 30 Gennaio 2016 03:17
L'autore
Si è tenuto ieri pomeriggio, nella sala Falconetto di Palazzo Geremia a Trento, il terzo dei quattro incontri del ciclo “Parlando di Autismo” organizzati dalla Fondazione Trentina per l’Autismo (link) in collaborazione con ODFLab (link) – Laboratorio di Osservazione, Diagnosi e Formazione del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università degli Studi di Trento.
L’iniziativa che si avvale del patrocinio dei Comuni di Trento e Rovereto, e gode della partnership di Edizioni Erickson e della cooperativa sociale “Il Ponte”, vuole informare e sensibilizzare la cittadinanza sulle problematiche principali che si riscontrano nei Disturbi dello Spettro Autistico e sfatare alcuni “falsi miti” con i quali, presto o tardi, tutti noi veniamo in contatto quando parliamo di autismo.
Questo terzo convegno dal titolo “Autismo ad alto funzionamento” ha avuto come relatore il dottor Davide Moscone, psicologo, fondatore e presidente dell’Associazione Spazio Asperger – Onlus di Roma (link).
In una sala gremita da genitori, familiari, insegnanti, educatori, medici, psicologi e terapisti della riabilitazione (segno che l’attenzione ai temi dell’autismo cresce sempre di più), la professoressa Paola Venuti responsabile di ODFLab ed il cavaliere Giovanni Coletti presidente della Fondazione Trentina per l'Autismo hanno introdotto il tema della serata.
La professoressa Venuti (foto) affermando che: «Solo attivando un intervento precoce si possono evitare i deficit conseguenti» ha ricordato agli astanti l’importanza fondamentale, ormai riconosciuta in letteratura internazionale, di un intervento precoce sui bambini con disturbi dello spettro autistico.
Attivando per tempo l’opportuna riabilitazione logopedica, infatti, si possono prevenire i danni al linguaggio, oppure, attivando precocemente le terapie relazionali si possono stimolare e sviluppare l’intelligenza sociale e l’acquisizione di competenze con le quali poi, si possono costruire dei percorsi di vita che garantiscono l’autonomia e la crescita delle persone con autismo ad alto funzionamento.
Il cavaliere Coletti (foto), presentando tre ragazzi autistici con Sindrome di Asperger, ha sottolineato l’importanza del confrontarsi con i ragazzi Asperger per verificare il loro punto di vista sulle cose, che spesso siamo abituati a progettare e pianificare nel loro interesse, ma senza tener conto della loro opinione e delle loro effettive esigenze e sentimenti.
Gli Asperger potrebbero essere, inoltre, il nostro punto di contatto con gli autistici a basso funzionamento (non verbali) per riuscire a decifrare gli stati d’animo e le necessità di questi ultimi. Il cavaliere ha ricordato, infine, che tra i compiti della Fondazione Trentina per l’Autismo c’è quello costruire un mondo diverso ed una qualità migliore della vita per le persone autistiche.
Entrando nel vivo del convegno, il dottor Moscone ci ha spiegato che secondo il DSM 5 (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) si riconoscono tre livelli di autismo: lieve, moderato e grave. Il DSM 5 rispetto all’edizione precedente ha cancellato la definizione di “Sindrome di Asperger”.
Lo psicologo ha proseguito dicendoci che gli autistici, soprattutto gli Asperger, sono capaci di provare empatia affettiva, ossia hanno la capacità di sintonizzarsi con le emozioni altrui; tuttavia, non posseggono empatia cognitiva, ovvero non comprendono a livello cognitivo da cosa scaturisce l’emozione dell’altro.
La differenza tra un tipo e l’altro di autismo e la conseguente strada che verrà presa dal soggetto autistico durante l’età evolutiva è data dallo sviluppo, o meno, del linguaggio. Il linguaggio, è la massima forma di espressione dell’animo umano e di comunicazione dei propri sentimenti, mediamente ci sono soggetti autistici non verbali fino a circa quattro anni, che poi tra i sei e gli otto anni sviluppano il linguaggio e passano da un profilo più basso di autismo (di tipo kanneriano) ad un fenotipo Asperger.
Moscone (foto) ci avverte che sono tante le diagnosi errate, o ritardate, di autismo dovute a cattive interpretazioni del comportamento dei soggetti autistici, poiché spesso i professionisti meno esperti tendono a classificare l’autismo secondo determinate stereotipie e comportamenti, ma nella realtà ogni autistico è un caso a sè con i propri comportamenti, sentimenti, emozioni e stati d’animo e non è corretto voler omologare ogni singola personalità ad un modello generico ed univoco. Riguardo alle cause dell’autismo sono fondamentalmente da ricercarsi tra i fattori genetici ereditari.
Fino ad oggi si è ritenuto che la sindrome di Asperger colpisse più gli uomini che le donne in un rapporto presunto di 4:1, ma i più recenti studi stanno sconfessando tale rapporto, proprio in considerazione delle diagnosi errate e di quelle mancate.
La prossima, ed ultima, conferenza si terrà venerdì 18 marzo 2016 alle 18:30 nell’Aula Magna del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive in corso Bettini, 84 a Rovereto (TN) e sarà dedicata alla “Diagnosi precoce dei Disturbi dello Spettro Autistico” con relatrice la dottoressa Maria Luisa Scattoni, (PhD) del reparto di neurotossicologia e neuroendocrinologia dell’Istituto Superiore di Sanità – Roma.
Concludiamo con l’informare i lettori che presto aprirà in Irlanda il primo campus dedicato agli studenti autistici e con sindrome di Asperger grazie alla Dublin City University (link) che ha pensato alle esigenze di questi studenti dalle aule, agli alloggi, ai corsi senza tralasciare gli stage post-laurea per dare la possibilità a questi ragazzi di inserirsi nel tessuto lavorativo e sociale.
A cura di Mario Amendola
Prima conferenza (link)
Seconda conferenza (link)
Articolo sui Savant (link)
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