Più che per scelta, per fiducia. L’avversario (Milan) e il palcoscenico (San Siro) non smuovono di una virgola Antonio Conte . Divoratore di libri di psicologia, il tecnico bianconero insiste sul concetto di gruppo e sta alla larga dallo spinoso caso Ibrahimovic : «Deciderà la giustizia sportiva, io guardo in casa mia». Il turnover lo ha portato alle semifinali di coppa Italia e sempre col turnover punta a conquistare la finale di Roma. «Contro il Milan – ha assicurato ieri – giocheranno i tre acquisti di gennaio Borriello , Caceres e Padoin . Li abbiamo presi per puntellare la rosa: devono giocare e darci risposte e garanzie importanti. C’è bisogno di tutti e subito: Marco è con noi da un mese, Martin è già stato alla Juve e Padoin con me a Bergamo». Già, Borriello fin qui è stato Il tecnico prosegue col turnover di coppa: «Partiamo alla pari del Milan. Voglio la finale, ma ho bisogno di tutti: Borriello, Caceres, Padoin e Del Piero saranno titolari» titolare soltanto nel quarto di coppa Italia contro la Roma, per gli altri si tratta di esordio vero e proprio. CONFERME Conte ha confermato la presenza del “portiere di coppa” Marco Storari («E’ un ottimo portiere e un grandissimo professionista, si sta comportando alla grande come secondo di un certo Gigi Buffon . Mi sta dando una grossa mano») e del capitano Alessandro Del Piero : «Sì, Alex giocherà». Una carta importante da spendere negli ultimi metri, una soluzione che magari sarebbe stata utile pure nei minuti finali contro il Siena, quando gli spazi erano pochi e un guizzo (o una punizione) avrebbe potuto risolvere il problema. Conte allarga l’analisi: «Sappiamo che abbiamo una struttura e dei pregi, ma pure dei difetti. Questi ultimi inevitabilmente emergono sempre quando non arrivano i risultati sperati, ad esempio il pareggio contro il Siena. Come ripeto spesso: siamo in costruzione. Bisogna tener conto del momento critico a livello economico, quindi è normale che i tasselli non siano ancora tutti nel posto giusto». IN FINALE Rotazione corposa, che però non deve ingannare: «Adesso che ci siamo – continua l’allenatore – voglio arrivare in finale. In coppa Italia, ma vale pure per la Champions, la componente fortuna ha il suo peso. Sono gare secche (in questo caso andata e ritorno), dove lo stato di forma è fondamentale. Il campionato è diverso, lì viene premiata la continuità. Ci capita l’avversario più tosto di tutti, non nascondo che avrei preferito un avversario meno forte e quindi più percentuali di passaggio del turno. Invece adesso è 50 e 50: sarà il campo a decidere». IBRA O NON IBRA A San Siro con fiducia, nonostante la presenza di Gulliver Ibrahimovic. Stasera ci sarà, ma se la squalifica dovesse essere confermata mancherà il 25 febbraio nel classico decisivo per lo scudetto. Conte si dimostra un “furbacchione”, tanto per citare Galliani : «Buffetto o manata violenta? Ci sono organi competenti per giudicare, noi ci atteniamo alle decisioni. E’ un calciatore che stimo e ammiro, uno che ha vinto ovunque e quasi sempre sposta gli equilibri. Rispetto l’uomo e il campione, ma non ho la sfera di cristallo per sapere se la sua assenza inciderà negativamente sul Milan». Neanche sotto tortura ammetterebbe di sentirsi avvantaggiato dalla squalifica dello svedese: «Lo sapremo fra tre giornate. Intanto lo scorso anno senza Ibra hanno fatto più punti». CASI E RINVII Dopo le polemiche dei giorni scorsi, Conte accarezza Massimiliano Allegri («E’ un collega che stimo e che ha fatto la gavetta come me. Al Milan ha vinto subito e ora vuole ripetersi»), ma non fa marcia indietro sulle questioni meteorologiche: «Sì, i rinvii destabilizzano il campionato. Perché uno fa certi programmi poi è costretto a cambiarli. Senza avere doti da premonitore, a Parma si è verificato quello che avevo previsto alla vigilia. Senz’altro la questione climatica è critica. Detto questo ribadisco il mio appello: vogliamo essere messi nelle migliori condizioni per offrire agli spettatori un buon spettacolo». Chiusura su Elia , sempre ai margini della squadra nonostante i 9 milioni spesi in estate: «E’ cresciuto e sta iniziando a capire cosa vogliamo da lui. Quando sarà affidabile lo vedrete in campo. Magari a sorpresa».