8 gennaio 2013
Malinconia ed artisti: al via la VI edizione del ciclo “Anatomie della Mente” - Secondo appuntamento, giovedì 10 gennaio alle ore 16,30, al Teatro Anatomico della Biblioteca Ariostea(via Scienze, 17), per la sesta edizione del ciclo “Anatomie della Mente e altre storie. Conferenza Psicologia” a cura di Stefano Caracciolo, Ordinario di Psicologia Clinica dell’Università di Ferrara, sul tema “ Le Voci Interrotte. Vita, Canzoni e Morte di grandi interpreti della musica leggera.
“Noi del mestiere siamo tutti pazzi,” osservava il grande poeta inglese Lord Byron parlando di sé – cita Caracciolo – alcuni sono affetti da gaiezza, altri da melanconia, ma tutti siamo più o meno toccati.
Del resto, fu Platone il primo a distinguere fra pazzia clinica e pazzia creativa, mentre l’argomento della melancolia degli artisti occupa importanti saggi come ‘Nati sotto Saturno’ di Rudolf e Margot Wittkower (1963) e ‘Toccato dal Fuoco’ di Kay Redfield Jamieson (1993).
Ma quali elementi hanno concorso alla fine tragica di molti famosi cantanti, interpreti con le loro canzoni delle emozioni e degli amori, che hanno contrassegnato come una colonna sonora la vita di tutti, come Luigi Tenco (1938-1967), Nino Ferrer (1934-1998), Dalida (1933-1987), Gabriella Ferri (1942-2004) e Mia Martini (1947-1995)? Traiettorie di vita sotto i riflettori per le icone televisive e mediatiche degli anni ’70, ma con una personalità, una storia di vita, di amori e di successo concluse dolorosamente con un suicidio sempre discusso, sempre messo in dubbio dalle persone loro più vicine. Il suicidio rappresenta tuttora un enigma dal punto di vista scientifico, una sfida dal punto di vista clinico, una fonte di dolore e di angoscia per chi viene coinvolto a vari livelli da vicende di questo genere. Accanto ad emozioni di incredulità e di orrore emerge peraltro un desiderio di oblio o persino di censura, perché le voci interrotte lascino spazio, finalmente, al silenzi.
Il fenomeno dei comportamenti suicidi comporta dal punto di vista medico e psicologico un’attenta valutazione dei fattori di rischio, un rispetto ed un aiuto, attraverso l’ascolto e la comprensione, di tutti i soggetti coinvolti: non solo chi, spesso solo e disperato, si appresta al ‘salto nel buio’, ma anche i familiari, gli amici, gli operatori sociosanitari, la comunità tutta. Che con queste morti deve comunque fare i conti”.
Nella Conferenza Psicologia del 10 gennaio, gli intervenuti potranno ripercorrere, attraverso brani e filmati d’epoca, le dolorose vicende di grandi interpreti della musica leggera che con le loro storie e le loro canzoni ci possono ancora raccontare molte cose.
Per informazioni sulla Conferenza Psicologia: Maria Grazia Campantico 338 6195376
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