Caserta – Carta ’48: In difesa della scuola pubblica

La recente e ben reclamizzata presentazione a Caserta, nella splendida cornice della cappella palatina, del "progetto Nausicaa" stimola alcune considerazioni sugli attuali rapporti tra Istituzioni e cittadini, in questo caso in particolare studenti, famiglie ed operatori scolastici.
In premessa viene spontaneo chiedersi se sia stato logico ed opportuno, anche per il particolare significato simbolico, affidare il primo bene confiscato nella città capoluogo ad una "associazione temporanea di scopo" nella quale al Dipartimento di Psicologia della Università Federico II si affianca l'associazione "chiamamilano" guidata dalla Signora Milly Moratti ed una scuola superiore lombarda. 
La risposta più semplice al dubbio è che probabilmente, malgrado tante competenze ed esperienze maturate sul campo da associazioni e uomini di scuola casertani, non si è ritenuto da parte del MIUR, e del Comune di Caserta che ha firmato il protocollo di intesa, che le risorse locali fossero in grado di gestire, nell'ambito del piano nazionale "più scuola meno mafia"  i fenomeni di bullismo, stalking e dispersione scolastica  con gli "occhi aperti". 
Ma sulle concrete attività, sugli eventuali risultati e sul valore scientifico del progetto (tutto correlato alle risorse economiche che saranno messe in campo) avremo modo solo in seguito di esprimere un giudizio obiettivo.
La considerazione più amara, che indigna ed allarma, prende invece le mosse dalla frase rivolta dal Ministro Profumo agli studenti - accuratamente "selezionati" con accorta esclusione di quelli "sgraditi" -  e sottolineata dalla stampa : "dovete studiare, perchè solo così potrete crearvi un futuro".
Al di là della condivisione di un pensiero, ci scuserà il Ministro, piuttosto scontato, giova ricordare al rappresentante del Governo che per quanto riguarda la condizione scolastica la nostra provincia, ancor più che altre zone del paese, presenta delle problematiche tali da rendere spesso retorica la illustre esortazione, condizione che rappresenta una evidente contraddizione della lettera e dello spirito dell'art. 34 di quella Costituzione sulla quale i membri del Governo prestano giuramento.
Gli studenti, privati con malgarbo ed inopportunamente della possibilità di aprire un dialogo con il loro Ministro, volevano anche ricordargli che la dispersione scolastica non si contrasta tanto con la spettacolarizzazione dell'ennesimo "centro di ricerche",  ma con concrete risorse che consentano alla scuola pubblica di avere aule ed insegnanti sufficienti, laboratori adeguati, agli studenti le provvidenze in tema di borse di studio garantite dalla Costituzione, il trasporto scolastico agevolato, il comodato per la libri e strumenti ed ai docenti riconoscimenti e  formazione adeguati agli standard europei. 
Purtroppo la risposta a queste drammatiche esigenze è quella, in perfetta continuità con la filosofia del precedente governo, di molte dichiarazioni di principio ed in particolare della necessità di una "austerity" che maschera, con termine più elegante, i brutali "tagli" della Gelmini. La tanto abusata "cultura della legalità" è nei fatti contraddetta anche dal taglio delle risorse che sinora hanno consentito i corsi serali per adulti , uno tra i pochi esempi concreti di educazione permanente.
E' per tali motivi che, al di là della passerella del progetto Nausicaa, utile per la consueta promozione politico-sociale, ci sarebbe piaciuto che il Ministro fosse venuto a Caserta e, tra un taglio di nastro ed un brindisi, si fosse seduto per un confronto con il Sindacato della scuola e con gli studenti per ascoltare e dialogare ma, evidentemente, la scuola pubblica ed i diritti sociali non sono tra le priorità dei nostri governanti.
Tutto questo non deve tuttavia farci passare dalla indignazione alla rassegnazione. I ragazzi che, pur esclusi, hanno fermamente e civilmente manifestato il loro dissenso, i tanti dirigenti  e docenti i quali, pur nelle attuali condizioni, amano e difendono il loro lavoro, le associazioni dei genitori e della cultura che della scuola fanno un presidio di democrazia, ci fanno sperare in una stagione diversa.
Associazione Provinciale Carta  48
 
 

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