Bicocca, studentessa islamica prega nella stanza della prof

  • Diminuisci dimensione testo
  • Aumenta dimensione testo
  • Print
  • Contact
  • Mobile
  • RSS feed

Corriere della Sera

Dalla Turchia a Milano, per laurearsi in psicologia alla Bicocca. Per vivere qui tre anni, senza però rinunciare alla sua religione e alle sue abitudini: dal capo coperto alla preghiera, anche durante il giorno, anche al campus. Melek Nur Soylu prima di arrivare, a settembre, aveva scritto alla responsabile del suo corso di laurea magistrale per chiedere se all' interno dell' ateneo ci fosse uno spazio dedicato. «La risposta fu negativa, l' università non aveva stanze riservate per la preghiera - ha raccontato la studentessa in un' intervista al giornale Zaman -. Ma la professoressa, Chiara Volpato, si è offerta di ospitarmi nel suo studio e mi ha dato le chiavi per permettermi di pregare ogni giorno nella pausa pranzo». Così la storia è rimbalzata dalla Turchia a Milano e il caso si riapre. Il rettore dell' ateneo, Marcello Fontanesi, si impegna a trovare un locale subito per Malek, anche se la disponibilità sarà solo temporanea, e chiederà al Comune una soluzione definitiva, uno spazio esterno ma vicino all' ateneo, per lei e per tutti gli studenti non cattolici che cercano un luogo di preghiera in Bicocca. La professoressa Volpato, che in queste ore ha ricevuto decine di mail di apprezzamento per il suo gesto dai musulmani che hanno letto la storia sui siti Internet, ieri sera ha cercato Malek per informarla che la sua richiesta è stata accolta. In Bicocca ci sarà una «stanza del silenzio», un luogo condivisibile, da tutti gli studenti, anche di religioni diverse. «Malek non ha certo chiesto una moschea, solo l' opportunità di poter pregare, secondo le sue abitudini, senza rinunciare a frequentare le lezioni - racconta Chiara Volpato -. Era giusto accogliere questa richiesta, che è stata la prima ma non sarà l' unica perché gli studenti stranieri sono sempre più numerosi a Milano. E sono contenta che questa apertura parta proprio dalla nostra giovane università». In Bicocca quest' anno gli studenti internazionali iscritti sono il cinque per cento, sono raddoppiati negli ultimi cinque anni. E Chiara Volpato sottolinea anche la presenza di molti ragazzi nati a Milano ma figli di stranieri, famiglie di etnie diverse. L' università di Milano Bicocca si impegna a dare risposte nuove a questi studenti. «Abbiamo puntato molto sull' internazionalizzazione e adesso che hanno scelto di formarsi nel nostro ateneo risponderemo alle loro esigenze, non soltanto dal punto di vista didattico - dice ancora il rettore Fontanesi -. Purtroppo però abbiamo anche un problema di spazi, insufficienti. Per questa ragione stiamo cercando una stanza all' esterno dell' ateneo anche per il Centro pastorale che non possiamo più ospitare. Il Comune ci deve aiutare a trovare nuovi locali». Federica Cavadini fcavadini@corriere.it RIPRODUZIONE RISERVATA

Cavadini Federica

Pagina 7
(25 novembre 2011) - Corriere della Sera

Open all references in tabs: [1 - 3]

Leave a Reply