di MARIA PIA FUSCO
ROMA - Direttore negli ultimi anni della Cineteca di Bologna, Giuseppe Bertolucci, nel cinema, era entrato come aiuto del fratello nel 1970 sul set di La strategia del ragno e, con Kim Arcalli aveva collaborato alla sceneggiatura di Novecento. Tra i primi a capire le straordinarie potenzialità di Roberto Benigni, aveva scritto per lui il monologo Cioni Mario di Gaspare fu Giulia, rielaborato nel '77 per Berlinguer ti voglio bene, un film anomalo, irriverente, geniale con cui esordì come regista, portando per la prima volta sullo schermo Benigni, che ritrovò una decina di anni dopo per Tuttobenigni.
Attento alla cultura popolare, nel 1988 aveva messo insieme Paolo Rossi, Diego Abatantuono e Laura Betti nel film I cammelli, altro film fuori dagli schemi, come il grottesco Troppo sole con Sabina Guzzanti o Strana la vita, uno dei film con cui dimostrò il talento, raro nel cinema italiano, di rappresentare la psicologia femminile, esaltata in titoli come Amori in corso, Segreti segreti, Il dolce rumore della vita, L'amore probabilmente, impegnando diverse generazioni di attrici, Aloda Valli, Lea Massari, Stefania Sandrelli, Mariangela Melato, Lina Sastri, Francesca Neri, Amanda Sandrelli.
Negli ultimi anni si era dedicato principalmente al teatro, portando al successo spettacoli di segno politico come 'Na specie de cadavere lunghissimo dedicato a Pasolini e L'ingegnere Gadda va alla guerra, con Fabrizio Gifuni, grande interprete di entrambi.
Nell'ultimo spettacolo, in scena fino ad aprile scorso, aveva affidato alla bravura di Sonia Bergamasco l'evocazione di un altro straordinario personaggio femminile, Anna Karenina.