Roma, 28 novembre 2011 - Il presidente siriano Bashar al-Assad, insieme ai suoi servizi segreti, è "la fonte prima e ultima" di tutte le decisioni adottate in Siria. Ne è convinto il giornalista di opposizione Ayman Abd al-Nur, direttore del più importante sito di notizie siriano Kellna Shuraka, un tempo legato ad Assad da una stretta amicizia. In un'intervista ad Aki-Adnkronos, Abd al-Nur descrive il giovane Assad come "un uomo gentile, timido, mite e umile", che ha cominciato a cambiare "dopo il rientro dall'Inghilterra e la morte del fratello Basel (designato a succedere al padre Hafez alla guida della Siria, ndr) nel 1994, a causa della formazione militare e politica che gli è stata inculcata".
ORRENDA METAMORFOSI - "Il cambiamento è avvenuto dopo l'assunzione della guida del Paese, a causa delle vastissime prerogative di cui ha cominciato a godere, del sussiego e dell'adulazione a lui riservati dagli ipocriti che lo circondavano in ogni ambito dello Stato", spiega il giornalista. Tutto questo ha convinto Assad "di essere stato scelto da Dio per guidare la Siria. Basta leggere le sue dichiarazioni un mese prima della rivoluzione - dice - quando diceva che in Siria i canali di comunicazione con la popolazione sono aperti e che non sarebbe ripetuto quanto accaduto in Tunisia e in Egitto. Queste parole "dimostrano la sua distanza dalla realtà - prosegue Abd al-Nur. - Bashar oggi vive in un mondo immaginario".
SEZIONI SPECIALI - Lo strapotere del presidente e dei suoi servizi, secondo il suo ex amico, riguarda la politica interna tanto quanto quella estera. "I servizi segreti gestiscono i rapporti con il Libano attraverso una sezione speciale con a capo Muhammad Nasif, e anche in Iraq e in Palestina esistono sezioni speciali dei servizi", spiega il giornalista, sottolineando che lo stesso sistema vale per i rapporti con la stampa araba e straniera, che sono "gestiti dagli apparati di sicurezza e non dal ministero dell'Informazione".
DOPPIA FACCIA - I ministeri rappresentano dunque solo una "facciata civile", mentre le decisioni sono prese dal palazzo presidenziale e dai servizi segreti. Negli ultimi otto mesi poi, ossia da quando sono iniziate le manifestazioni in Siria, è stata creata una "squadra di alti ufficiali dell'esercito e dei servizi segreti, oltre a politici e un giornalista, incaricati di prendere tutte le decisioni", rivela Abd al-Nur. In particolare, "le proposte vengono discusse dai militari, poi i politici e il giornalista si esprimono in merito alle ripercussioni sui rapporti della Siria con gli altri paesi e sulla stampa".
REGIME DI TERRORE - Quanto alle prospettive di una soluzione della crisi, il direttore di Kellna Shuraka spiega che "inizialmente le autorità del Paese erano incredule per quanto stava accadendo", ma una volta compresa la situazione "è stato elaborato un piano che prevede l'eliminazione della leadership dei manifestanti, terrorizzando gli altri con i video sulle torture. Poi si è passati alle uccisioni e agli stupri, per spingere sempre più ampie fasce della popolazione a prendere in mano le armi e difendersi".
MINORANZA IN VITRO - Trasformando la rivoluzione pacifica in un conflitto armato, "il regime ha più possibilità di sopravvivere", aggiunge. Il piano di Assad prevede in sintesi "l'annuncio della vittoria sulle così dette bande armate" e "il proseguimento delle riforme", per poi indire le elezioni, prima municipali e poi legislative, con la partecipazione di "un'opposizone creata appositamente dai servizi di sicurezza alla quale prenderanno parte imprenditori fedeli al regime". In questo modo, "il sistema sopravviverà - conclude - pur con volti nuovi e una nuova regia, solo apparentemente più moderna".
Aki-Adnkronos