«Qual è il film ideale da far vedere ad una ragazza che è stata appena mollata dal suo fidanzato?». È una delle domande in cui ci si può imbattere sul web. Alcuni recenti studi americani hanno voluto indagare la quantità di ormoni presenti nel sangue di alcuni volontari che si sottoponevano alla visione di diverse tipologie di film e hanno confermato che le quantità di ormoni variavano dopo la visione del film. I film, la musica, l'arte in generale, temporaneamente, modificano l'umore. Se è vero, come per il Falcone Maltese, che siamo fatti della stessa materia dei sogni, esiste dunque un rapporto, tutt'altro che lineare, tra cinema e terapia.
Come i sogni per Freud, anche i film possono fornire quelle "emozioni grezze", caotiche e disorganizzate, che in una relazione con un terapeuta possono stimolare processi di cambiamento, di aiuto, di sostegno e di trasformazione. Oggi, lunedì 8 ottobre, due psicologi, Domenico Carbone e Lucia Rinaldi, parleranno proprio di "Cinema e terapia. Alla scoperta del proprio mondo interiore" (dalle 18 alle 20, alla Sinergy Art di via di Porta Labicana, 27) nel quartiere romano di S.Lorenzo.
Si tratta di una delle iniziative della IV edizione del Mese del Benessere Psicologico, evento promosso dalla Sipap (Società italiana psicologi area professionale) cui hanno aderito, nella Capitale, oltre 150 psicologi con l'intento di diffondere la cultura psicologica attraverso diverse attività e l'offerta di colloqui e seminari gratuiti su numerose tematiche. Alla base c'è un modello di cura non patologizzante e centrato sulla salute bio-psico-fisica dell'individuo e della comunità in accordo con le linee-guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per le quali la salute non può riduttivamente essere letta come assenza di malattia, bensì come "stato di completo benessere individuale, psichico e sociale".
Nello specifico, il concetto di benessere individuale nasce dalla diffusa insoddisfazione per la definizione oggettivista di stampo medico della qualità della vita e si focalizza sulla percezione soggettiva della qualità della vita. Il benessere psicologico nasce dal tentativo di superare le prospettive unidimensionali che identificano il benessere come assenza di malessere ed inteso come "funzionamento psicologico ottimale" o "salute mentale positiva", mentre il benessere sociale nasce dall'insoddisfazione per una visione centrata solo sul singolo e valorizza la qualità delle relazioni dell'individuo all'interno della comunità.
Per cercare di dare risposta a queste difficoltà oggettive, lo psicologo clinico deve fare lo sforzo di uscire da un ruolo a volte percepito come troppo autoreferenziale e confrontarsi con il territorio. Sapere cosa c'è e cosa manca, e conoscere qual è la richiesta da parte dei cittadini, la loro domanda di psicologia.
Occorre un'analisi della domanda che connetta il singolo alla collettività e al territorio. Solo ripartendo dal territorio gli psicologi che vi operano possono rappresentare a loro volta un prezioso punto di riferimento per la cittadinanza, anche nella consapevolezza di non poter sempre dare risposte sufficienti ad alleviare un disagio che la crisi rende maggiormente pressante. A volte l'unione di figure e forze in sé insufficienti, può dare origine a risorse anche importanti.
Gli argomenti dei seminari proposti spaziano dalla gestione dello stress al ruolo genitoriale, dall'uso della fotografia e del film a scopo terapeutico alle tecniche ipnotiche e del training autogeneo, viene affrontata la tematica del cambiamento, la paura di sbagliare, le relazioni di coppia e altre ancora.
Info: dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 al numero 800.766.644 (solo da rete fissa) oppure al 333/4027140.