Anche l’adolescenza è brutale

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Molto diffusa sembra essere la violenza all’interno delle coppie adolescenti. Lo indica uno studio realizzato su studenti liceali italiani da Patrizia Romito, del Laboratorio di Psicologia Sociale e di Comunità, Unità di Psicologia - Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste, con la partecipazione di suoi collaboratori. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Violence Against Women . Da esso risulta che oltre il 43% delle ragazze e il 34% dei ragazzi sono stati oggetto di una qualche forma di violenza psicologica, sessuale, o fisica perpetrata dal partner, e una ragazza su dieci ha subito un insieme di violenze gravi. Un fenomeno non privo di conseguenze, dal momento che c’è una relazione tra violenza subìta ed esiti psicologici. «Effettuato un controllo rispetto ad altri possibili tipi di violenza e ad altre possibili variabili, lo studio ha fatto emergere un’ associazione tra violenza messa in atto dal partner e salute mentale delle studentesse, con una probabilità almeno doppia di incorrere in sintomi da attacchi di panico, di depressione, in problemi di comportamento alimentare, e pensieri suicidi» dice Romito. Meno evidenti le conseguenze psicologiche sugli studenti maschi, che hanno reazioni soggettive meno intense all’atto di sopruso condotto dalla partner, al limite dell’indifferenza. Le studentesse, invece, hanno reagito con paura, umiliazione e rabbia e si sono sentite ferite da un punto di vista psicologico.



Quello che la ricerca condotta dalla dottoressa Romito non è riuscita a sciogliere è l’incertezza sulle due ipotesi oggi più diffuse tra gli addetti ai lavori rispetto alle differenze di risposta psicologica esistenti tra adolescenti maschi e adolescenti femmine. Secondo l’ipotesi “vulnerabilità femminile”, le donne sarebbero per loro natura più vulnerabili agli effetti della violenza e quindi ne subirebbero maggiori conseguenze psicologiche; secondo l’ipotesi della “esposizione differenziale”, invece, le ragazze mostrerebbero maggiori problematiche psicologiche o veri e propri disturbi psichici, proprio perché sono oggetto di più frequenti e più intensi episodi di violenza, e quindi non per una loro intrinseca fragilità. «La ricerca non offre una risposta definitiva poiché troppo diverse sono le vite e le esperienze di maschi e femmine per confrontarli automaticamente - spiega Romito -. Tuttavia, due punti sono chiari: se consideriamo le violenze in ambito familiare o relazionale, le ragazze e le donne subiscono violenze più frequenti e più gravi; ma anche i ragazzi e gli uomini possono essere vittime, e anche loro, al di là di una facciata di insensibilità, possono risentirne psicologicamente».

Un aspetto inusuale di questo studio è consistito nel ritorno che i ricercatori hanno dato ai licei che erano stati coinvolti. Sono stati effettuati meeting con ragazzi e professori, durante i quali c’è stata una possibilità di ulteriore confronto. «Per molte coppie di studenti comportamenti come la gelosia estrema, il controllo, la dominazione, la pressione sessuale e anche un certo livello di violenza fisica risultava essere praticamente accettabile - dice la professoressa Romito -. In Italia sono rari gli interventi finalizzati a informare gli adolescenti sulla violenza e a prevenire quella del partner. Si tratta comunque di interventi per i quali non è stata fatta alcuna valutazione sulla loro possibile efficacia reale, e al momento in cui abbiamo realizzato la nostra ricerca non esisteva neppure un sito Internet dedicato proprio alla violenza tra adolescenti». Così il sito è stato poi realizzato dallo stesso gruppo di ricerca: www.units.it/noallaviolenza e successivamente migliorato man mano, proprio grazie alle indicazioni giunte da parte degli stessi studenti.

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