L'autore
Dopo sabato 11 ottobre, possiamo dire che non è sempre vero che i discorsi culturali non trovino seguito.
Infatti, il convegno “Come Curare Con l’arte: terapie dolci per i disagi esistenziali”, ha registrato un afflusso record di visitatori, che hanno completamente riempito la grande sala delle Marangonerie.
Dottoressa Antonella Giannini (psicologa e relatrice del Convegno) cosa ne pensa di un tale successo di pubblico?
Il grande afflusso di persone ci ha fatto molto piacere perché ci conferma l’interesse per il lavoro che stiamo portando avanti da anni.
Mi piace pensare che le persone hanno a cuore sé stesse.
Leggo questa significativa partecipazione al convegno come curiosità e disponibilità verso l’acquisizione di strumenti e conoscenze nuove, finalizzate al miglioramento della propria qualità di vita.
Nella mia professione, cerco di promuovere l’attitudine a occuparsi di sé stessi con rispetto e attenzione e a cogliere i messaggi del proprio corpo fisico e della propria emotività.
E in tutto questo dove si colloca l’Arte Introspettiva della pittrice Aurora Mazzoldi?
E’ nata dall’osservazione dei processi interiori che avvengono nel subconscio e la rappresentazione pittorica li mostra.
Un quadro di arte introspettiva non è uno stimolatore emotivo, ma mostra una “costruzione” di pensieri, emozioni e tensioni fisiche, un meccanismo nel quale la persona è rimasta imprigionata e che condiziona la sua vita.
L’osservazione delle “reazioni” che la persona manifesta davanti a un quadro di arte introspettiva, permette allo psicologo di comprendere i meccanismi che la condizionano e di aiutarla a liberarsene.
Non è sicuramente la prima volta che l’arte si propone come strumento di ricerca interiore.
Nel corso dei secoli l’arte ha rappresentato una delle “strade” di maggior accesso al dialogo interno.
Poi le ricerche artistiche e introspettive sono passate in secondo piano per un’esigenza di “scientificità”.
Anche la psicologia introspettiva è stata messa da parte, ma sarebbe giusto ridarle il giusto valore, superando le attuali limitazioni.
Un valore aggiunto del vostro convegno era rappresentato anche dagli interventi di alcuni relatori di rilievo, quali sono stati i temi trattati?
Si, siamo davvero molto orgogliosi di essere riusciti a coinvolgere queste importanti personalità che appartengono al direttivo della prestigiosa International Association for Art and Psychology di Firenze, un’associazione che dal 2000 promuove gli studi sui rapporti tra psicologia e arte.
Ed è stato un grande privilegio poter ospitare il presidente dell’Associazione, il prof. Stefano Ferrari, docente di Psicologia dell’Arte all’Università di Bologna che, nel suo intervento, ci ha parlato dei processi riparativi dell’arte, approfondendo i concetti attraverso un escursus storico- filosofico – psicologico.
Anche il Col. Michele Dattolo, giornalista e scrittore, ha portato una testimonianza particolarmente toccante, narrando una parte della biografia della scultrice-scenografa Franca Frittelli, per dimostrare come l’azione terapeutica dell’arte, si concretizzi prima di tutto sull’artista stesso.
In chiusura il Dott. Catagni, psichiatra e autore di numerosi libri, ha illustrato con precisa documentazione, il modello riabilitativo da lui usato come direttore del Centro per la Riabilitazione Psichiatrica “il Melograno” di Firenze e dei risultati ottenuti.
Insomma una “squadra multidisciplinare”, con un obiettivo condiviso e comune: il miglioramento del benessere.
Contate di organizzare altri eventi simili a questo in futuro?
Abbiamo numerose iniziative all’orizzonte, estremamente interessanti, in fase di perfezionamento. Sarà nostra cura fornire i dettagli, non appena definiti, anche alla vostra testata giornalistica.
Nel frattempo per tutti coloro che desiderano ottenere maggiori informazioni in merito al nostro percorso consiglio di consultare il nostro sito www.arteintrospettiva.com vi troveranno moltissimo materiale inedito e specifiche informazioni sulle nostre attività.
Minella Chilà
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