Adozioni gay, chi è un genitore?

di Elisabetta Zamparini

Parte oggi ''Spunti di vista'', una nuova rubrica su ViterboNews24 tutta dedicata alla psicologia che diventerà l'appuntamento fisso del venerdì. Elisabetta Zamparini, 28 anni, psicologa, specializzanda in psicoterapia psiocoanalitica, approfondirà di settimana in settimana argomenti diversi, tematiche attuali e anche eventuali argomenti proposti dai lettori.

di Elisabetta Zamparini 

VITERBO - Questa rubrica vuole essere uno spunto di riflessione per chi ha voglia di conoscere e dedicare qualche minuto al pensiero.

I più attenti avranno notato che in questi giorni sono state organizzate delle manifestazioni in tutta Italia, in difesa della libertà di espressione messa in discussione dal ddl Scalfarotto, dicono.

Non entrando in merito sul perché queste persone si riuniscano con l’intento di negare dei diritti ad altre, che potrebbero essere i propri familiari, sorge una domanda: cosa succederà quando si parlerà di adozioni per coppie omosessuali?

Nel nostro paese la storia dei diritti omosessuali è molto arretrata, nonostante molte donne e molti uomini omosessuali siano genitori. Alcuni hanno figli da precedenti relazioni, altri scelgono di averne con le relazioni attuali e tanti vorrebbero adottare, ma la legge non lo permette.

Chi è il genitore?

Non sempre chi mette a disposizione il proprio bagaglio genetico è altrettanto generoso di amore, cure e affetto. Ci sono coppie di genitori omosessuali, ma anche coppie eterosessuali, non capaci di fornire sicurezza e cure adeguate, altre invece si: l’orientamento sessuale non può dunque spiegare queste differenze.

Come espone Vittorio Lingiardi, importante psicoanalista contemporaneo, la maturità della coppia - quindi la capacità di prendersi cura dell’altro, di amarlo e di essere amati - dipende da caratteristiche di personalità del partner, non dal loro orientamento sessuale. Questo è quello che conta in una famiglia, ai fini di uno sviluppo sano.E’ questa una delle ragioni che ha spinto l’American Academy of Pediatrics ad affermare che, purché ''coscienziosi e capaci di fornire cure'', gli omosessuali possono essere ''ottimi genitori''.

Concepire un bambino è prima di tutto desiderarlo e accoglierlo nel mondo, ma è anche salvarlo da situazioni sfavorevoli o traumi.

Per questo e per le diverse costruzioni familiari – monoparentali, adottive, allargate, omogenitoriali, ricomposte – nasce la consapevolezza che la famiglia non è un prodotto naturale, ma una costruzione sociale e culturale.

L’accettazione psicosociale di ciò può essere compresa se pensiamo alla famiglia come intreccio di storie, affetti, legami, corpi e progetti.

Vorrei concludere con le parole dell’Associazione Italiana di psicologia, che ricorda come l’affermazione per cui i bambiniavrebbero bisogno di una madre e di un padre per crescere bene, non trovi riscontro nella ricerca internazionale sul rapporto fra relazioni familiari e sviluppo psicosociale degli individui.

Né il numero né l’identità di genere dei genitori garantisce di per sé le condizioni di sviluppo migliori per i bambini, bensì la capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità educative che ne derivano.

La ricerca psicologica pone in evidenza che ciò che è importante per il benessere dei bambini è la qualità dell’ambiente familiare.

Se desiderate approfondire questo o altri argomenti ecco la mail a cui scrivere per suggerire i nuovi articoli della rubrica: elisabetta.zamparini@gmail.com.

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