Le caratteristiche: difficoltà di attenzione, iperattività, impulsività. Consigli: conoscere i propri punti di debolezza, praticare sport o attività all’aperto, arricchire la qualità di lavoro e vita relazionale di Angela Dassisti
Negli ultimi anni in letteratura è possibile individuare numerose ricerche che sviluppano la problematica dell’ADHD, in particolare in associazione con i disturbi del comportamento spesso rilevati in età scolare (si rimanda ad articoli precedenti). Ma nel momento in cui la scuola termina i ragazzi smettono di essere iperattivi e non presentano più alcun disturbo dell’attenzione? Si tratta forse di una sindrome legata all’età dello sviluppo che poi svanisce? L’illusione c’è, ma spesso non si percepisce come tale!
Le persone che manifestano caratteristiche cognitive e psicologiche compatibili con l’ADHD in genere non svaniscono, né si modificano a tal punto da non mostrare nessun sintomo. L’ADHD è una sindrome ad eziologia ancora sconosciuta, con caratteristiche ereditarie e sintomatologia piuttosto eterogenea. Se avete conosciuto qualcuno che presta troppa attenzione a ciò che gli accade intorno o troppo poca, che sta già pensando al ritorno dalle vacanze mentre si accinge a partire per un viaggio, che non smette di muoversi in aereo e deve alzarsi, probabilmente avete un’idea di quali siano alcune particolarità dell’ADHD.
Le persone iperattive, impulsive, disattente (o che presentano tutte le tre caratteristiche) non scompaiono, ma crescono e scelgono di intraprendere carriere lavorative o scolastiche compatibili con i propri interessi, con le proprie peculiarità e solitamente poco sedentarie, né monotone. Le persone con ADHD o sintomatologia affine difficilmente svolgono compiti ripetitivi e noiosi; spesso hanno bisogno di avvertire una forte motivazione, passione e grande interesse per il proprio lavoro, con la necessità di ricevere stima degli altri e valutazioni positive per l’impegno.
Generalmente si tratta di personalità che hanno uno spiccato senso artistico, con notevole inventiva e particolare fantasia, ma che si distinguono per inaffidabilità, ritardi nelle consegne del lavoro, talvolta comportamenti eccentrici e poco controllo nella relazione con gli altri. La persona con disturbi dell’attenzione o semplicemente iperattiva conserva un temperamento irruento, pronto all’attacco e alla polemica, che sembra attenuarsi nel tempo, ma che riaffiora nei momenti di stress e di stanchezza eccessiva.
In genere per diagnosticare l’ADHD in età adulta oltre al comportamento attuale si fa riferimento all’età pre-scolare e scolare per indicazioni sul rispetto delle regole in casa, sulle abilità o le difficoltà a scuola, sulla eccessiva fatica nell’effettuare tutti i compiti (a partire proprio dal fatto che talvolta non venissero scritti sul diario o terminati).
Negli ultimi anni si assiste sempre più di frequente ad un fenomeno che sembra molto simile ad una “illuminazione”: nel momento in cui alcuni genitori devono far fronte alle difficoltà scolastiche dei propri figli, scoprono spesso di aver avuto le medesime problematiche e di aver sempre pensato di essere poco brillanti, poiché svogliati.
Tuttavia l’ADHD è differente dalla semplice mancanza di applicazione. Anche da adulti coloro che hanno una forte compatibilità con questa sindrome mostrano una grande fatica nel fronteggiare attività lunghe, poco stimolanti e a basso livello di attivazione; unitamente ad una notevole difficoltà nell’accettazione dei cambiamenti improvvisi e nella gestione dei fallimenti. Il comportamento si distingue per eccessiva impulsività, esagerata percezione e reazione all’emozione, tendenza a cedere alle provocazioni, facile irritabilità e umore altalenante.
È possibile effettuare delle visite psicologiche (presso psicologi o psicoterapeuti) per attestare la presenza ed il livello di difficoltà attentiva, iperattività o impulsività. Si sottolinea che non necessariamente queste tre caratteristiche debbano essere presenti tutte contemporaneamente, questo dipende dal sotto-tipo dominante (iperattivo, maggiormente impulsivo o combinato). Spesso l’ADHD si presenta in comorbidità con disturbi di personalità, ansia o malattie organiche.
Si suggerisce di mantenere una regolarità del ciclo di sonno-veglia, al fine di garantire la freschezza cognitiva necessaria ad affrontare la quotidianità. Sarebbe opportuno favorire lo sviluppo di maggiori capacità di auto-controllo con l’obiettivo, ad esempio, di facilitare i rapporti interpersonali (in alcuni casi è necessario un lavoro psicologico specifico).
Conoscere i propri punti di debolezza incoraggia l’uso di strategie appropriate a diminuire i cali attentivi, ad esempio prevedendo brevi pause durante l’orario di lavoro, scegliendo la successione delle attività. Si consiglia di praticare sport o attività all’aperto in modo da favorire l’alleggerimento dalla stanchezza e dalle tensioni per una maggiore resistenza alle frustrazioni.
Coloro che tardivamente individuano la causa delle pregresse fatiche scolastiche sono solitamente sollevati nel riconoscersi in alcune caratteristiche, scoprendo che nonostante la brillante intelligenza, le capacità di concentrazione possono determinare prestazioni fallimentari. La conoscenza del proprio funzionamento cognitivo ed emotivo può aiutare a modulare il comportamento, determinare un cambiamento nelle abitudini e facilitare il rapporto con gli altri. Gli ADHD non svaniscono, crescono imparando ad utilizzare piccoli accorgimenti o strategie apprese con la finalità di arricchire la qualità della propria vita relazionale, sociale e lavorativa.
18 giugno 2012