A rischio la psicologia oncologica
E' l'effetto del “declassamento” delle Molinette a struttura semplice. “Una strana spending review che aumenta i doppioni, mette a rischio i finanziamenti privati e la formazione tra le migliori in Europa”. Politica e medici in rivolta
“Qui non si tratta di razionalizzare e di accorpare: se chiude questo servizio non ce n’è un altro a qualche chilometro”. Così commenta uno degli psicologi in servizio al dipartimento (anzi: Struttura Complessa a Direzione Universitaria) di Psicologia Clinica e Oncologica alle Molinette, un piccolo esercito di medici, psicologi e tecnici, che affiancano chirurghi e clinici nella cura e nel trattamento dei malati e nell’assistenza alle famiglie (circa 9000 prestazioni l’anno).
Dal piano aziendale dell’Ospedale, pubblicato il 28 dicembre, si evince che la struttura complessa è stata declassata a “struttura semplice”, una tecnicalità apparentemente innocua, che però potrebbe avere ripercussioni gravi per i pazienti, inclusa, nel medio termine, la cessazione del servizio: “Con il declassamento” – spiega il direttore Riccardo Torta, professore associato di Psicologia Clinica – “viene meno l’autonomia organizzativa e la titolarità a stipulare contratti con soggetti terzi. I nostri psicologi resteranno senza direttive, senza coordinamento e soprattutto senza quei finanziamenti privati e internazionali, con i quali sinora abbiamo coperto come potevamo gran parte dei nostri borsisti. Per dare un’idea, sono nove anni che facciamo assistenza psiconcologica a domicilio, avendo ricevuto in tutto 9mila euro dalla Regione, il resto ce lo siamo finanziato da noi”. In altre parole, gli psicologi che assistono medici e malati potrebbero presto cercarsi lavoro altrove.
Il tutto, come al solito, deciso dall’assessore Paolo Monferino quasi in segreto, senza un singolo momento di confronto: sono infatti rimaste senza risposta le lettere, con richiesta di chiarimenti, del Rettore dell’università Ezio Pelizzetti e del preside di Medicina Ezio Ghigo, quelle dei rappresentanti sindacali e di una sfilza di associazioni, inclusa la Federazione delle associazioni di volontariato oncologico e ONDA (Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna).
Sono cadute nel vuoto le richieste di confronto dei diretti interessati, personale e direttore della struttura. Torta denuncia: «Ho chiesto un incontro il 17 gennaio, ancora aspetto un riscontro; sono riuscito a parlare con tutti, compreso il Ministro Balduzzi, ma non con il Direttore dell’Azienda Ospedaliera». Si rischia un “otto settembre” in piena regola: decine di specialisti, apprezzati e riconosciuti, lasciati allo sbando, senza stipendio e senza direttive. Con il rischio di perdere competenze e di accumulare sprechi e duplicazioni, lasciando che i circa 90 psicologi a contratto attualmente in forza alle Molinette vadano ognuno per proprio conto. Di qui la scelta di convocare una conferenza stampa direttamente in reparto, con la presenza di una nutrita schiera di testimonial, dal Direttore del Dipartimento di Neuroscienze Ferdinando Rossi («Questa è una scelta che trascura le ricadute sui pazienti, un dato ormai stabilito: chimica e comportamento sono interdipendenti»), al Direttore del Dipartimento (cioè preside) di Psicologia dell’Università Giuliano Germiniani («Torino con Padova e Roma è la scuola di formazione più importante, sede dell’unico Master italiano di II livello in cure palliative, sbagliato mettere in pericolo competenze e potenzialità»), all’ex preside Giorgio Palestro all’oncologo Antonio Mussa, già eurodeputato An e poi Udc, tra i pionieri della scuola: «Abbiamo inventato qui le cure palliative, ce le hanno riprese in Italia e in Europa. E’ una decisione sbagliata e incomprensibile».
Immancabile, sotto elezioni, la presenza di candidati. Maria Rizzotti del Pdl attacca a testa bassa l’assessore della Giunta Cota: «Sono sconcertata, questa scelta va contro il Piano Oncologico Nazionale e il Piano Sanitario della Regione, che prevedono anzi un potenziamento delle strutture di Psicologia Clinica Ospedaliera». Più prudente Giovanni Monchiero, che è stato Direttore dell’Azienda Ospedaliera Molinette, oggi in corsa con la lista Monti: «Voglio solo testimoniare la mia stima per il lavoro degli amici Mussa e Torta, ricordo quando insieme abbiamo attivato queste sperimentazioni». Poi ha invitato tutti al convegno sulla sanità di “Scelta Civica”, alla Gam. Forse perché è più facile discutere di massimi sistemi e veleggiare su grafici e slides, che mettersi contro il potente Monferino, a lungo candidato in pectore nella medesima lista Monti.
Commenti (3)
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sempre solo per l'aspetto tecnico
gattonero, 20.02.2013 22:50
...ma una struttura semplice finisce gerarchicamente sotto ad una complessa. E se il direttore della struttura complessa lascia poco spazio alla semplice....quest'ultima muore.
STRUTTURA SEMPLICE E PRIMARIATO
silvioviale, 20.02.2013 20:20
Solo per l'aspetto tecnico. Una struttura semplice non implica sopprimere il servizio, ma la soppressione del primariato.
Complimenti alla fitta schiera di psicologi che girano....
Fortebraccio, 20.02.2013 20:11
....a vuoto nelle stanze regionali....
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